L’edificio è posto nel Comune di Livorno, prospiciente gli Scali degli Olandesi, sui quali affaccia il prospetto principale. Esso ha accesso dai detti Scali tramite una piccola porzione di corte di forma pressoché rettangolare, chiusa da una cancellata e su cui prospetta il portale d’ingresso; in essa si apre una piccola porta segnata col civico numero 20. Il complesso consiste attualmente di un solo edificio, quello principale già dedicato al culto, articolato in un’aula unica destinata alle celebrazioni, con due locali laterali ricavati in due piccoli corpi sporgenti dalla sagoma del tempio vero e proprio: il primo destinato alle riunioni del Concistoro ed il secondo all’abitazione del custode, entrambi aperti sul retro verso due corti. Il fronte principale è ad impianto fortemente simmetrico e presenta sull’asse centrale i tipici elementi dello stile neogotico in cui il tempio è stato eretto, ovvero: un portale strombato incorniciato da alti pinnacoli su esili colonne, la ghimberga con lunetta finemente traforata e un ampio rosone con decorazione in pietra arenaria a motivi floreali (peculiari del gotico fiorito) sovrastato da una piccola apertura quadrangolare. Ai lati, sulla verticale di due alte bifore, si aprono altrettanti rosoni, più piccoli di quello centrale e caratterizzati da un raffinato disegno fiammeggiante. L’intera composizione è chiusa da uno svettante frontone con archetti pensili e cornici modanate. La facciata era originariamente sormontata da tre guglie, di cui si vedono attualmente soltanto le basi, poiché le stesse furono rimosse nel dopoguerra, creando grave danno all’immagine del prospetto. Malgrado ciò, è doveroso sottolineare che il tempio, con le sue slanciate forme neogotiche, costituisce sostanzialmente un unicum nel panorama architettonico della Livorno ottocentesca e, differenziandosi nettamente dalle opere neoclassiche e neorinascimentali legate alla scuola di Poccianti e dei suoi epigoni, si inserisce comunque in un contesto di grande fermento per l’architettura neogotica del giovane Regno d’Italia; si pensi alla costruzione di molte chiese protestanti in stile archiacuto nelle principali città del paese e al completamento di importanti edifici preesistenti quali, ad esempio, la Basilica di Santa Croce e, soprattutto, la Cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze, per la quale furono indetti numerosi concorsi che destarono animati dibattiti nell’opinione pubblica e tra gli accademici. L’interno presenta un vestibolo iniziale dal quale si accede ai due corpi laterali di fabbrica e si sale alla tribuna destinata a cantoria. Quest’ultima affaccia direttamente sulla navata e forse, originariamente, era schermata da colonne binate su archi a tutto sesto. All’interno della cantoria era situato anche il mirabile organo Agati-Tronci del 1903, noto per essere tra i migliori in Toscana, ma purtroppo trafugato nelle spoliazioni della seconda guerra mondiale. Sempre dal vestibolo, tramite tre porte sormontate da lunette, si entra nell’aula delle celebrazioni che, come in ogni tempio protestante, è essenziale e priva di immagini sacre. L’aula presenta una pianta rettangolare ed è chiusa da un’abside semicircolare. La copertura a capriate era, in origine, nascosta da un controsoffitto a volta sorretto da centine, negli ultimi anni in gran parte crollato, che contribuiva ad assicurare la perfetta acustica della sala. Lungo le pareti laterali si aprono sei alti finestroni ogivali che, al pari delle lunette di cui sopra, sono chiusi da vetrate colorate, le quali, sostituite in epoca recente, sono oggi in gran parte nuovamente distrutte. L’abside, inquadrata da sei possenti lesene con capitello corinzio, presenta il tipico pulpito ligneo a doppia rampa di scale ed un’ara in marmo per le celebrazioni (oggi smontata e parzialmente danneggiata). Da una porta situata sul lato orientale dell’abside si accedeva alla sacrestia e alle scuole della Congregazione situate sul retro del tempio, dove dal secondo dopoguerra sorge un incombente fabbricato condominiale di sette piani fuori terra. L’area absidale è divisa dalla restante parte dell’aula da una balaustra in legno, che, al pari delle panche che ancora si trovano all’interno del tempio (in parte originali), sono in pressoché totale stato di distruzione. In simili condizioni si trova anche il pavimento, realizzato in buona parte mediante un’orditura lignea rialzata rispetto al livello del terreno allo scopo di migliorare l’isolamento termico della struttura.
Stefano Ceccarini